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sabato 24 aprile 2010

L’apostolo Giacomo, guerriero di Spagna










L’apostolo Giacomo, guerriero di Spagna

di Vittorio Messori
All’inizio del Seicento, i Carmelitani Scalzi fecero pressione sul re, Filippo III, e riuscirono a convincerlo a proclamare Santa Teresa d’Avila patrona di Spagna. Contro il decreto sorse un’immediata sollevazione che coinvolse tutta intera la società iberica, dai nobili sino ai mendicanti. Nessuno aveva nulla, se non ammirazione devota, per la grande Carmelitana ma non si tollerava che detronizzasse San Giacomo, Santiago, dal suo ruolo storico di protettore di tutte le Spagne. La polemica, violentissima e che coinvolse i papi stessi, durò un paio di secoli quando finalmente, nell’Ottocento, si permise che la Madonna Immacolata e non un santo o una santa prendesse posto accanto a Santiago come coprotettrice del Paese. L’episodio conferma quale sia il legame antichissimo, viscerale (e, in fondo, misterioso) che lega i popoli al di là dei Pirenei con Giacomo, detto il Maggiore per distinguerlo dall’omonimo apostolo e cugino di Gesù. Figlio di Zebedeo e Salome, fratello di Giovanni l’Evangelista, assieme a lui Giacomo lasciò tutto per seguire il Messia. La sua rilevanza nel collegio degli apostoli è dimostrata anche dal fatto che nelle liste del Nuovo Testamento è citato al secondo posto, dopo Pietro, e che fece parte del gruppo ristretto di discepoli che furono scelti per assistere a momenti privilegiati come la Trasfigurazione e la preghiera nel Getsemani prima della Passione. Sappiamo dagli Atti degli apostoli che Giacomo fu tra i primi a soffrire il martirio, decapitato a Gerusalemme nell’anno 42 per ordine di Erode Agrippa perché questa uccisione, dicono gli Atti, «era gradita agli ebrei».
Tra la morte e risurrezione di Gesù e il martirio corrono 12 anni (Gesù fu crocifisso, è ormai certo, non nel 33 ma nel 30) sui quali, stando ai documenti, nulla sappiamo ma sui quali ha molto da dire la Tradizione. Secondo questa, dopo la Pentecoste gli apostoli partirono verso tutte le direzioni per annunciare il Vangelo a ogni popolo, obbedendo al comando del Risorto. A Giacomo fu assegnato l’estremo Occidente e partì dunque verso la provincia dell’Hiberia. Il suo apostolato, però, non diede molto frutto, tanto che, nella notte del 2 gennaio dell’anno 40, stava congedandosi dai pochi discepoli per rientrare in Palestina. Il luogo per la riunione d’addio era in una capanna sulle rive dell’Ebro, nell’importante colonia romana di Caesarea Augusta, l’attuale Saragozza. All’improvviso, la notte fredda e oscura risplendette di una grande luce: Maria stessa, portata da una schiera di angeli, veniva da Gerusalemme a consolare l’apostolo e a far piantare in quel luogo un pilastro (pilar, in spagnolo) come segno della forza della fede che avrebbe contrassegnato nei secoli venturi la fede degli iberici.

Attorno a quella colonna, sorse il grande santuario della Madonna del Pilar nel quale stanno in permanenza le bandiere di tutti gli Stati di lingua spagnola. In effetti, la Virgen del Pilar - anche, e soprattutto, per questo suo legame con San Giacomo - è stata proclamata ufficialmente patrona della Hispanidad, oltre che della Guardia civil, i carabinieri spagnoli.
Comunque, dopo l’apparizione a Saragozza di cui racconta l’antichissima tradizione, l’apostolo ripartiva per Gerusalemme, dove due anni dopo avrebbe versato il suo sangue per il Cristo. Quanto al ritorno in Spagna del suo corpo, le voci sono molteplici e nessuna di loro è suffragata da documenti decisivi. Secondo alcuni, il venerato cadavere, recuperato dai discepoli, sarebbe stato affidato alle onde su una scialuppa, seguendo un’indicazione divina e, andando alla deriva, sarebbe approdato sulle coste della Galizia. Secondo altri, l’apparizione di una stella e un coro di angeli avrebbe indicato ai contadini della zona che proprio lì, misteriosamente, stavano le spoglie del grande apostolo. Sta di fatto che conosciamo con certezza dai documenti che già in epoca carolingia, cioè nel IX secolo, in quel luogo remoto sorgeva un piccolo santuario e si era sviluppato un pellegrinaggio. Questo, come si sa, divenne col tempo talmente imponente da rivaleggiare con quelli verso la tomba di Pietro e Paolo a Roma e verso il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Un fiume di persone percorse nei secoli il cammino, tanto da determinare decisive conseguenze sociali, economiche, artistiche.
Quali i motivi di una simile successo? Oltre alla fama di potente intercessore e taumaturgo di Giacomo, agiva indubbiamente l’attrazione del viaggio ai confini del mondo conosciuto: a pochi chilometri dal santuario, il promontorio dal nome significativo di Finis terrae dominava il misterioso «Mare Oceano», l’Atlantico dai confini misteriosi. Sulla spiaggia, i pellegrini raccoglievano la conchiglia (quella stessa, è una curiosità, che fu ripresa nel marchio della benzina Shell, che in inglese significa appunto conchiglia) che testimoniava che il pellegrinaggio era giunto sino alla meta. Ma, sul flusso ininterrotto di viandanti agivano anche le generose indulgenze che i papi avevano legato a quella pratica pia e faticosa: non pochi morivano per strada. Molti pellegrini, poi, approfittavano della loro presenza in Spagna per dare una mano nella continua guerriglia contro i musulmani: in quel caso, l’indulgenza era plenaria.
Anche per questo spirito di reconquista Santiago divenne un santo militare: dopo ogni vittoria cristiana, i superstiti si dicevano convinti di averlo visto alla loro testa in sella a un cavallo bianco. Da qui, il suo simbolo, la espada cruz , la croce in forma di spada. E da qui il grido di battaglia delle truppe spagnole: «Santiago y cierra, Espana!», San Giacomo e avanti, Spagna!
Dopo quasi due secoli di declino, il pellegrinaggio è ripreso talmente alla grande da provocare addirittura problemi di affollamento. L’avventura, comunque, continua, tanto che l’Europa stessa (che pure non ha voluto citare il cristianesimo nella sua Costituzione) ha riconosciuto nel Cammino di Santiago una delle sue radici più antiche e salde.

PELLEGRINAGGIO A SANTIAGO DE COMPOSTELA

iniziato L’Anno Santo Compostellano 2010. Chi vive il mondo dei cammini sa che questo accade quando la festa di San Giacomo, il 25 luglio, cadrà di domenica.l primo gennaio, nella Cattedrale di Santiago, è stata aperta la "Porta Santa", una porta collocata dietro l'altare, nel presbiterio. Sarà richiusa il 31 dicembre.





lunedì 19 aprile 2010

IL PAPA A SANTIAGO DE COMPOSTELA E A BARCELLONA/LO STEMMA DEL PAPA




Il 6 e 7 novembre Benedetto XVI tornerà in Spagna, a Santiago de Compostela e Barcellona. Due mete affascinanti ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per “Octava Dies”, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano. “Credevamo che l'agenda dei viaggi internazionali del Papa per il 2010 fosse ormai definita con l'abituale numero di quattro, ed ecco che, con decisione a sorpresa, Benedetto XVI accoglie altri due inviti in Spagna e il numero dei viaggi - oltre a Malta, Portogallo, Cipro e Gran Bretagna - sale a cinque”, ha detto il sacerdote che è anche direttore del CTV. “In particolare – ha sottolineato – le ultime due mete spagnole sono affascinanti. Barcellona e la chiesa della Sagrada Familia: l'arcivescovo cardinale Sistach la definisce un tempio 'di significato artistico, biblico, teologico, spirituale e catechetico, unico nel mondo'”. “Sintesi originale di arte e fede nata dal genio di Gaudì – ha proseguito padre Lombardi –, darà al Papa un'occasione preziosa per continuare il discorso del dialogo con l'arte, da lui rilanciato con intensità nel recente incontro con gli artisti nella Cappella Sistina”. “Santiago de Compostela, meta del cammino dei pellegrini che vi convergono da secoli da tanti paesi e direzioni diverse, è luogo dove il tema delle radici cristiane dell'Europa dimostra di non essere teoria astratta, ma esperienza concretissima di ogni genere di persone, delle più varie provenienze, che convergono mosse da una spiritualità comune”. “Con loro Papa Benedetto continua il suo pellegrinaggio, per parlare di Dio a ogni uomo del nostro tempo disposto a cercare il suo volto”, ha poi concluso.
LO STEMMA DEL PAPA BENEDETTI XVI

Nello stemma del papa Benedetto XVI due elementi si riferiscono chiaramente al pellegrinaggio. La conchiglia che allude alla condizione di homo viator propria di ognuno di noi durante la nostra vita terrena, intesa come un unico pellegrinaggio verso la Gerusalemme Celeste ed il Padre. Nel caso del Sommo Pontefice fa riferimento inoltre, specificatamente, al suo essere, come Giovanni Paolo II “pellegrino del vangelo” da diffondere in tutto il mondo. Va detto anche che la casula da Lui usata nella solenne liturgia dell'inizio del suo Pontificato, domenica 24 aprile, portava con evidenza il disegno di una grande conchiglia. Essa è anche il simbolo presente nello stemma dell'antico Monastero di Schotten, presso Regensburg (Ratisbona) in Baviera, cui Joseph Ratzinger si sente spiritualmente molto legato.
Anche l’orso con il bagaglio sulle spalle ricorda una leggenda medievale legata al pellegrinaggio. Il primo Vescovo di Frisinga, san Corbiniano (VIII sec.) durante il pellegrinaggio a Roma fu assalito da un orso, che gli sbranò il cavallo. Egli però riuscì non solo ad ammansire l'orso, ma a caricarlo dei suoi bagagli facendosi accompagnare da lui fino alla meta.
Da un punto di vista araldico la descrizione dello stemma è : "Di rosso, cappato di oro, alla conchiglia dello stesso; la cappa destra, alla testa di moro al naturale, coronata e collarinata di rosso; la cappa sinistra, all'orso al naturale, lampassato e caricato di un fardello di rosso, cinghiato di nero".

domenica 18 aprile 2010

RITI LUNGO IL CAMMINO E NELLA CATTEDRALE DI SANTIAGO




Riti del viaggio
Ci sono molti gesti, di carattere più o meno rituale, cui i pellegrini diretti al santuario di Galizia avevano l’abitudine a compiere.
Il primo consisteva nel piantare una croce sulla sommità del passo di Cize. La tradizione risale a Carlo Magno il quale, entrando in Spagna e attraversando il passo con il suo esercito, vi innalzò prima la croce del Signore e poi s’inginocchiò verso Galizia per elevare la sua preghiera a Dio e a San Giacomo. Nel secondo i pellegrini, discendendo dal monte Cebreiro in Galizia, portavano
per devozione e penitenza una pietra calcarea che ricevevano a Triacastela e la trasportavano fino a Santa Maria de Castaneda, dove la calce veniva preparata per la basilica di Santiago. In tal modo sentivano di partecipare alla costruzione della cattedrale e si “cementava” ancor più il loro rapporto con il proprio patrono.
Il terzo riguarda il bagno finale nelle acque del Lavamentula, a due miglia da Santiago, sul “Mons Gaudii” o Monte do Gozo, luogo in cui oggi vi è un monumento senza alcun riferimento alla situazione storica. Dato che il Cammino stava per concludersi, era “per amore dell’Apostolo” che il pellegrino voleva rendersi
presentabile e nel vedersi coperto di stracci e di sporcizia, dava vita ad una purificazione rituale nella quale si spogliava dei suoi poveri abiti e s’immergeva nell’acqua fredda fino al collo.
Altro rituale entrando nella Cattedrale salendo le scale da Plaza Obradoiro ,al cospetto del Portico della Gloria, il portale a tre archi della Cattedrale, ci fa rimanere abbagliati: è un gruppo scultoreo romanico unico, meraviglia della scultura medievale e dell’arte universale, opera di Maestro Mateo iniziato intorno all’anno 1188.
L’arco centrale, il più maestoso, è presieduto da Cristo glorioso in trono, secondo la visione e la descrizione dell’Apocalisse di Giovanni. La sua figura è circondata dai quattro evangelisti; otto angeli portano i segni della passione e altre figure ai lati rappresentano i santi. Nell’archivolto sono rappresentati i ventiquattro anziani dell’Apocalisse nell’atto di accordare i propri strumenti musicali per la solenne liturgia celeste.
La colonna centrale (detta albero di Jesse) raffigura la storia genealogica di Cristo, ed è sormontata dalla statua dell’apostolo s.Giacomo colma di espressione e serena bellezza in viso, nell’atto benevolo di accogliere i pellegrini.
I cinque solchi presenti in questa colonna, formati lungo i secoli dall’atto di poggiarvi la mano destra, testimoniano il ringraziamento e la richiesta di benedizione all’apostolo compiuti da migliaia di pellegrini lungo i secoli.e gesto tradizionale di appoggiare la fronte sul “Santo dos croques”, delle “capocciate”, per ricevere il dono della saggezza, E’ usanza dare tre colpi (croques) con la fronte alla statua di Maestro Matteo. Narra la l eggenda che egli rappresentò se stesso nel Portico della Gloria tra i 144.000 tratti in salvo che accompagnano l’Apostolo e ai 24 anziani; il vescovo lo accusò di superbia e perciò Mastro Matteo si raffigurò in ginocchio per implorare perdono a Dio. Il significato nel dare i tre colpi sta nel compartire con il Maestro l’intelligenza che gli permise di creare quest’opera e l’umiltà nel chiedere pubblicamente perdono
Tocar los pies al Rey David.
Se si arriva a Santiago a piedi, entrando o uscendo per la puerta de platerìas, bisogna toccare i piedi al re David: si tratta di una delle immagini romaniche più antiche della cattedrale, posta ad altezza uomo. La tradizione vuole che gli si chieda che i piedi del povero pellegrino gli permettano di tornare a casa.
Abrazo al apóstol Santiago
Il momento più emozionante per i pellegrini è quando si sale dietro l’altare fino a trovarsi di fronte alla statua del Santo. Qui, nell’abbracciare l’apostolo, l’amico del Signore, bisogna sussurrargli all’orecchio la tradizionale frase medievale dei franchi: “Recomiendame a Dios, mi amigo!” Questo tradizionale gesto simboleggia l’accoglienza gioiosa della fede che Santiago il Maggiore predicò instancabilmente fino a dare la sua vita. E’ il sacro che diventa tangibile
Santiago/Finisterra
dopo l'arrivo a Santiago i pellegrini hanno ancora questa tappa, e l'usanza vuole che arrivati qui facciano il bagno nell'oceano, raccolgano alcune conchiglie e brucino un indumento portato lungo il percorso. La scogliera infatti è costellata delle tracce di piccoli falò accesi nel tempo dai pellegrini e i resti degli oggetti bruciati sono i più disparati: dalla giacca a vento agli scarponi, dallo zaino addirittura ai bastoncini da trekking.
REGOLE ALL'INTERNO DELLA CATTEDRALE DI SANTIAGO DE COMPOSTELA

Cari amici pellegrini;
come per tutti gli Anni Santi Compostellani, vi sono delle comprensibili situazioni di sicurezza e buon ordine, (dovute in gran parte alla grande affluenza di pellegrini e non…) per cui già da ora veniamo avvisati che non si potrà accedere all’interno della Cattedrale di Santiago con lo zaino...
Al nostro arrivo in Santiago, gli zaini (ma penso anche i bordoni..) dovranno essere depositati all’interno del contiguo Monastero di San Martin Pinario…
Torno di nuovo ad informare coloro i quali, provenienti dai più svariati Caminos, percorrono poco più dei 100 Km finali a piedi , 200 Km in bicicletta o cavallo, necessari per conseguire la Compostella, dovranno porre due (2) timbri sulla Credenziale; uno nel rifugio di pernottamento, ed un altro durante il cammino a mezza tappa presso un Ayuntamiento, Oficina de turismo, un altro rifugio od un bar!
Questo è per evitare discussioni e dinieghi al momento di richiedere la Compostella nella Oficina del Peregrino.
Percorrere consecutivamente a piedi gli ultimi 100 Km o 200 Km in bicicletta o cavallo, è una delle regole precise del Camino di Santiago, ma a causa di pochi pseudo pellegrini bugiardi, vi è anche questa nuova incombenza cui bisognerà attenersi…

Ultreya

sabato 17 aprile 2010

CABO FINISTERRE



Capo Finisterre ovvero la fine del mondo. Alcuni pellegrini jacopei, una volta giunti a Santiago, andavano a Finisterre per imitare S. Giacomo, considerato il più intrepido fra tutti gli apostoli per aver raggiunto gli estremi confini della Terra ( Finis Terrae= Fine della terra). Quel luogo era diventato uno dei luoghi simbolici più alti, con Gerusalemme e Roma, della geografia cristiana del mondo. Il pellegrino certificava di essere stato " alla fine del mondo" esibendo la celebre conchiglia raccolta sulla spiaggia atlantica.
dopo l'arrivo a Santiago i pellegrini hanno ancora questa tappa, e l'usanza vuole che arrivati qui facciano il bagno nell'oceano, raccolgano alcune conchiglie e brucino un indumento portato lungo il percorso. La scogliera infatti è costellata delle tracce di piccoli falò accesi nel tempo dai pellegrini e i resti degli oggetti bruciati sono i più disparati: dalla giacca a vento agli scarponi, dallo zaino addirittura ai bastoncini da trekking.
IL CAMINO DI FISTERRA


Molti pellegrini prolungavano il cammino sino a Fisterra (Finisterre).
I motivi erano vari. Quel luogo era creduto, un tempo, l'avamposto dei luoghi conosciuti (finis terrarum = confine delle terre) il cui tracciato era indicato in cielo dalla via lattea. Il capo di Finisterre era considerato un luogo mitico e simbolico fino dall'epoca romana, oggetto di leggende e tributario di riti pagani. Inoltre una delle leggende fiorite attorno al trasporto del corpo di San Giacomo dalla Palestina sino in Galizia vuole che i discepoli del santo passarono di qui per raggiungere il luogo del sepolcro.

Il camino è lungo 91 km.
Non ci sono grandi dislivelli, anche se qualche strappetto mette alla prova. Il paesaggio è abbastanza aperto: meno boschi rispetto alle terre galiziane che portano a Santiago.
Ripetendo le usanze degli antichi pellegrini è tradizione arrivare a Finisterre lungo la lunga spiaggia della Langosteira e bagnarsi nell'Oceano, come per una purificazione: l'acqua solitamente gelata in tutte le stagioni rende eroica l'impresa.
Arrivati sugli scogli sotto il faro, è usanza bruciare un indumento adoperato nel cammino, per suggellare ritualmente la fine del pellegrinaggio.

Presso l'albergue di Finiosterre e presso il Municipio si può ottenere la "fisterrana", equivalente alla compostela, che attesta l'effettuazione del cammino da Santiago a Finisterre.

LE TAPPE

GALIZIA


Situata all'estremità nordorientale della penisola iberica, lambita da un mare che ha colmato di estuari (rias) spiagge e isole, circondata da montagne, questa regione si estende per 29.575 chilometri di superficie, distribuiti fra quattro province: La Coruña,Lugo, Orense e Pontevedra.

Orense ( Ourense) non ha sbocchi al mare, però, in cambio, possiede le cime più elevate, qui si trova il Cañon del Sil, il più spettacolare di tutti i cañon galiziani; nella provincia della Coruña c'è il Capo Finisterre e sorge la capitale della regione (Santiago de Compostela); in Pontevedra si trova Monte Aloia che è stato il primo luogo della Galizia ad essere dichiarato parco naturale, da qui si ammira la ria di Vigo e la valle del fiume Louro; la provincia di Lugo è la più estesa, anche qui vi sono spazi naturali interessanti. In Galizia ci sono quattro centri di recupero degli animali e numerosi spazi naturali.

La Coruña è una città di circa 250.000 abitanti, posta su una penisoletta che dal largo si segnala per l'imponente faro di Ercole, di origine romana, eretto su un rialzo a 40 metri d'altezza. Fu in questa città che nel 1588 si riunì l'invincibile armata prima di partire per la disastrosa spedizione voluta da Filippo II°.

Santiago de Compostela ha 105.000 abitanti. La città conserva il suo tradizionale carattere monumentale, religioso, commerciale ed universitario ma oggi è anche un importante centro amministrativo, essendosi convertita nel 1982 nel capoluogo della Comunità Autonoma della Galizia. La città, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, sorge su una collina circondata dal fiume Sar e il suo affluente Sarela.

Santiago de Compostela è frutto di una leggenda: la scoperta del sepolcro dell'apostolo San Giacomo (Santiago), decapitato nell'anno 44 in Palestina da Erode Agrippa. Secondo la tradizione i resti vennero collocati dai discepoli di San Giacomo su una barca che - dopo molte peripezie - approdò sulle coste galleghe ( dal nome della pietra "o pedron"dove fu legata la barca prese il nome l'attuale villaggio di Padron), la tomba venne poi dimenticata. Nel IX° secolo ( intorno al 813 ) il vescovo di Iria Flavia (oggi Padron), Teodomiro, riscoprì i resti , avvisato da un eremita di un luccicare di stelle cadenti al disopra di una collina ( da qui l'origine del nome "campus stellae" e poi "compostela": una stella che indica un campo). Appreso questo evento le popolazioni locali iniziarono un pellegrinaggio verso il luogo dove fu avvistata la stella al punto che il re delle Asturie Alfonso II il Casto decise di costruirvi sopra una piccola basilica ed un monastero, attorno ai quali sorse la città. La vittoria sugli Arabi, attribuita all'intervento dell'Apostolo, fa di San Giacomo il protettore dei cristiani e della Reconquista.

Camino de Santiago: riconosciuto come primo itinerario culturale europeo, rappresenta uno dei percorsi più affascinanti della Spagna.
È nato nel Medioevo, quando mezzo milione di pellegrini arrivava da tutta Europa ogni anno per raggiungere la città galiziana di Santiago de Compostela, dove si trovavano le spoglie dell'omonimo martire. Spesso i pellegrini portavano la tradizionale mantelletta, un lungo bastone e un cappello di feltro adorno di conchiglie di capesante, simbolo del Camino. Il viaggio poteva anche durare mesi. Molti viaggiavano a piedi.

Ora la maggior parte arriva in automobile o con i pullman turistici ma chi affronta il viaggio con l'unica meta di giungere a Santiago de Compostela presso la tomba dell'Apostolo San Giacomo, non usa mezzi di locomozione a motore, va a piedi, in bicicletta, a cavallo. Il percorso più pittoresco, chiamato cammino francese, parte da Roncesvalles, sui Pirenei. Era la strada più usata dai pellegrini fra le sette che arrivavano a Santiago. Un altro itinerario interessante è il Camino del nord che si snoda attraverso i Paesi Baschi, la Cantabria e le Asturie.

A ricordo del pellegrinaggio compiuto viene rilasciato un diploma scritto in latino a tutti coloro che dimostrano di aver percorso almeno 100 Km a piedi oppure non meno di 200 km in bicicletta dopo aver manifestato al sacerdote che il pellegrinaggio è avvenuto per motivi religiosi.

Esiste una Federazione spagnola degli Amici del Cammino di Santiago a cui sono collegate molte associazioni quale la Asociación de Amigos de los Caminos de Santiago de Madrid.


La Galizia è conosciuta in Spagna come la regione dei mille fiumi , il Miño, che attraversa tre delle sue quattro province e che segna la frontiera naturale con il Portogallo, ne è il più grande.

I simboli galiziani per eccellenza sono il croceiro ( la croce di pietra situata negli incroci) e l'horreo ( il caratteristico granaio, familiare o collettivo).

La Galizia è una delle regioni storiche della Spagna, con una densità media di 92 ab per kmq (rispetto all' 80 % dell'intera Spagna) ed una popolazione di 2.733.000 abitanti. La regione è formata da un vasto altopiano che dalle montagne sud-orientali degrada fino ai 200 m. della parte settentrionale e nord-occidentale. Le coste sono intagliate da profonde insenature che offrono paesaggi suggestivi ed ottimi ripari alle navi. Il tratto di costa più occidentale, compreso tra Cabo Fisterra e le isole Sisargas, è scosceso ed impervio, fattore che ha contribuito a che le si desse il nome di "Costa della Morte", dovuto al gran numero di naufragi verificatesi. Al tramonto, quando la nebbia avvolge tutto, risulta facile comprendere la ragione per cui il Capo Finisterre veniva considerato il termine del mondo ed era visto come la Mecca religiosa alla stessa stregua di San Andres de Texido più tardi e di Santiago nell'attualità.

Il clima è temperato ( in inverno la temperatura si aggira sui 5° C, d'estate non supera i 20°); presenta maggiore aridità a sud ed è più umido nell'area montana interna, consentendo una vegetazione spontanea di lande e foreste ( pini marittimi, querce, castagni).

La lingua è il gallego, un linguaggio vicino al portoghese che si studia a scuola (a fianco del castigliano) e in cui sono oggi scritti anche i toponimi. ( vedi LINGUE della Spagna)

Gli antichi Galleghi erano di origine celtica e furono sottomessi da Roma verso il 138 a.C. Il folklore della Galizia mostra le origini celtiche, lo stumento musicale più caratteristico della musica tradizionale è la gaita.

La gastronomia regionale è di grande reputazione per il pesce, pescato nelle rias e in prossimità della costa: salmoni, anguille, molluschi, calamari, aragoste, merluzzi.Tra i dolci è tipica la torta di mandorle di Santiago.

Una caratteristica festa tradizionale è la rapa das bestas, che si celebra dalla seconda domenica di maggio fino alla seconda di luglio, nelle zone galiziane con animali selvaggi ( equini).

Ora la Galizia è una Comunità Autonoma e Santiago de Compostela un importante centro amministrativo, sede della Xunta ( Governo regionale), del Parlamento ed altre istituzioni d'amministrazione regionale.

mercoledì 14 aprile 2010

ZAINO SCARPE





Bagaglio
Necessario minimo per il viaggio in primavera/autunno

1 Zaino capacità max da 40~45 litri di buona qualità; peso max 1,3 Kg.

1 Sacco a pelo estivo con interno in cotone; da + 10° + 20°. Peso: 750gr.

1 Pedule suola Vibram comode ben rodate meglio Gore-Tex.p. max 350~400 gr l'una.

1 Paio di sandali turismo + ciabatte da doccia (leggerissime)

2-3 Paia di calze in tessuto CoolMax corte; spessore congruo con le calzature

2-3 Paia di slip o boxer in cotone (meglio se in Capilene della Patagonia) (un poco care).

1-2 T-Shirt in Capilene (Patagonia) Medium o Light Weight manica corta

1 T-Shirt in cotone

1 Paio pantaloni lunghi con gambe staccabili in tessuto tecnico multitasche

1 Giubbino multitasche (come pantaloni), senza maniche (o staccabili)

1 Camicia (Patagonia o Columbia) manica lunga

1 Giacca a vento leggera in Gore-Tex, (o Tuta in Terinda +Kway con cappuccio).

1 Mantella impermeabile ampia; apribile completamente davanti con cerniera e copre lo zaino!

1 Cappello a tesa larga in cotone con cordino sottogola!

1 Marsupio

1 Borraccia in alluminio oppure bottiglia di plastica

1 Coltellino svizzero leggero

1 Pila elettronica da testa (superleggera)

Necessario per Toilette

1 Salvietta da bagno in tessuto non tessuto (leggerissimo da piscina)+ bandana ampia cotone

1 Pezzo Sapone marsiglia per bucato e corpo ½ Kg + Deodorante

1 Spazzolino da denti + dentifricio

1 Pettine

1 Crema da sole fattore 8~10 + doposole

1 Rotolo carta igienica

2 Pacchetti fazzoletti di carta

1 Forbicina curva per unghie

Piccola Farmacia

1 Rotolo di cerotto tessuto non tessuto serve per prevenire sensibilità e poi vesciche

1 Busta di garze medicate. (tipo Connettivina, evitano il formarsi delle croste sulle abrasioni).

10 Bustine di garze asettiche x tamponare e disinfettare.

1 Ago da cucito medio + Filo di cotone bianco x forare e drenare eventuali vesciche

1 Flacone piccolo di Betadine antisettico + antistaminico x insetti (tipo Off stick o gel)

1 Striscia di cerotto con garza (da tagliare).

1 Blister di Aspirina o Tachipirina (antipiretico) + Imodium (Antidiarroico).

1 Crema DICLOREUM o NIFLAM per Tendiniti + Benda elastica autoaggrappante

Varie

1 Bastone con punta in ferro o 1 racchetta da escursionismo.

8 ~ 10m di cordicella x stendere i panni (tipo corda per le tende!)+ spille da balia

8 ~ 10 Piccole pinze appendibiancheria

Apparecchio fotografico

Piccolo notes per il diario giornaliero + biro

Lista di indirizzi e numeri telefonici

Pile di riserva (se speciali)

2 Sacchetti di plastica (morbida! che non scricchioli!) per contenere T-shirt e vestiti puliti

Credenziale

Tessera Sanitaria Magnetica; oppure vedi riga sotto

Modulo Sanitario 111 per Estero (Necessario per servizio Sanitario o Croce Rossa)

Carta di identità

Carica batterie per telefonino (se al seguito)

Carica batterie per macchina foto (se digitale)

Necessario per Pellegrini

16 mg di gocce di rugiada cristallina da assumere sul Cammino prima e dopo ogni respiro
(fa in modo che non svaniscano nelle brume dell'indifferenza)

1°. Ricorda le tre “R”: Rispetto a te stesso; Rispetto per gli altri; responsabilità per tutti i tuoi atti.

2°. Dai alle persone più di quello che sperano, e fallo sorridendo.

3°. Comprendi le ragioni degli altri prima delle tue.

4°. Quando ti rendi conto di aver commesso un errore, rimedialo immediatamente; il tuo cuore ti ringrazierà cantando.

5°. Non lasciare che una piccola discussione ferisca una grande amicizia.

6°. Ricordati sempre che non riuscire a conseguire a tutti i costi ciò che vuoi è, a volte, un colpo di fortuna.

7°. Credi in Dio; però, chiudi sempre a chiave i tuoi averi.

8°. Quando perdi, non dimenticare la lezione.

9°. La corda che ti unisce all’altro quando sali alla vetta, non sia mai un “fardello”; in essa scorre amicizia e la fiducia per una vita intera.

10°. Giudica il tuo successo, soppesando tutto quello che ti è costato il conseguirlo.

11°. Ricordati che il tuo carattere, è il tuo destino.

12°. Fa in modo che il tuo successo presso gli altri, accresca la tua umiltà; sarai nei loro cuori fino alla fine dei giorni.

13°. Non permettere al tuo cuore di chiudersi a chi bussa alla tua porta.

14°. Non interromperti mai quando ti stanno adulando; se il tuo fuoco non è ruggente, potrebbe dimenticarsi di ardere e smarriresti la Via.

15°. Se, quando raggiungi una meta fortemente agognata, la tua anima non canta e le lacrime non sgorgano dagli occhi, forse essa non è ciò che il tuo cuore sta cercando; volgi altrove i tuoi passi e chiedi al tuo silenzio di risponderti.

16°. Allorché tu sia Maestro o Guida, giungendo stanchi al termine di un faticoso cammino, ricordati che poche ed affabili parole dette velocemente, ma con occhi ridenti, solleveranno gli animi e renderanno leggeri i cuori di chi ti è discepolo o compagno lungo la Via.

Buon Cammino!

ORARIO BUS SANTIAGO DE COMPOSTELA E FINISTERRA ANDATA E RITORNO




Horarios dos buses entre Fisterra e Santiago de Compostela Correo-e
jueves, 05 de junio do 2008
Os traxectos da liña de Castromil de Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Santiago tarda arredor de 3 horas. A liña Fisterra-Cee-Baio*-Santiago (con trasbordo en Baio) tarda 2 horas e 15 minutos. Os traxectos entre Fisterra e Cee tarda 30 minutos, entre Fisterra e Baio 1 hora e 10 minutos.

Fisterra - Santiago de Compostela // De luns a venres

SAÍDAS Percorrido Empresa
7:50 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
8:20 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Santiago Castromil
11:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
13:50 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
14:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
16:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
19:00 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
Fisterra - Santiago de Compostela // Sábados

SAÍDAS Percorrido Empresa

8:40 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
11:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
16:10 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
16:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
19:00 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
Fisterra - Santiago de Compostela // Domingos

SAÍDAS Percorrido Empresa
9:55 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
11:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
16:45 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
18:10 Fisterra-Cee-Baio*-Santiago Vazquez-Aucasa
19:00 Fisterra-Cee-Carnota-Muros-Noia-Santiago Castromil
Santiago - Fisterrra // De luns a venres

SAÍDAS Percorrido Empresa
8:15 Santiago-Baio*-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
9:00 Santiago-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
10:00 Santiago-Noia-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
13:00 Santiago-Baio*-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
13:00 Santiago-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
19:00 Santiago-Noia-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
19:45 Santiago-Baio**-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
**: segue a Camariñas.

Santiago - Fisterrra // Sábados

SAÍDAS Percorrido Empresa
8:15 Santiago-Baio*-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
9:00 Santiago-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
10:00 Santiago-Noia-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
14:15 Santiago-Baio*-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
15:20 Santiago-Noia-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
Santiago - Fisterrra // Domingos

SAÍDAS Percorrido Empresa
9:00 Santiago-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
9:00 Santiago-Baio*-Cee-Fisterra Aucasa-Vázquez
10:00 Santiago-Muros-Carnota-Cee-Fisterra Castromil
Fonte

Autocares Aucasa, Monbús e Autocares Váquez.
LINK UTILE http://www.quepasanacosta.com/content/view/2151/26/