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sabato 27 febbraio 2010

Apertura della Porta Santa della Cattedrale di Santiago di Compostela








L'Anno Santo Compostelano sarà un “tempo speciale di grazia e perdono”, di rinnovamento spirituale e un'occasione per incontrare Cristo.
È quanto ha scritto Benedetto XVI in un messaggio inviato alla vigilia di questa “grande perdonanza”, inaugurata nel pomeriggio del 31 dicembre con l’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Santiago di Compostela.

L’Anno Santo 2010 è il 119° di una storia secolare iniziata nel 1120 con il papa Callisto II che concesse a Compostela il privilegio di poter convocare un “Anno Santo” ogniqualvolta la festa di San Giacomo - il 25 luglio - fosse caduta di domenica, offrendo al contempo ai pellegrini la possibilità di lucrare l’indulgenza plenaria. Successivamente, nel 1179, il Papa Alessandro III confermò il privilegio con la bolla “Regis Aeterni”.

In vista del secondo Giubileo Compostellano del Terzo Millennio – il primo si tenne nel 2004, mentre il prossimo cadrà nel 2021 - l'Arcivescovo di Santiago di Compostela, Mons. Barrio Barrio, ha rivolto ai fedeli diocesani la Lettera Pastorale “Pellegrini della Fede e testimoni del Cristo risorto”, nella quale si ispira al racconto di Emmaus per spiegare il significato dell’Anno Santo, lo spirito e il posto del pellegrinaggio nell’ambito della vita di fede del credente.

Durante il solenne rito, il corteo liturgico è uscito dalla Cattedrale e si è diretto verso la Piazza “de la Quintana”, accompagnato dal suono di oltre mille campane delle chiese diocesane.

Nella stessa piazza, il Nunzio apostolico in Spagna, l’Arcivescovo Renzo Fratini, ha letto il messaggio del Santo Padre per l’inizio dell’Anno giacobeo. Successivamente, Mons. Barrio ha aperto la Porta Santa, battendo tre colpi contro il muro di pietra. Lo stesso Arcivescovo ha quindi varcato per primo la Porta, detta anche “Porta del Perdono”.

Il tema dell’Anno giacobeo, “Pellegrinando verso la luce”, ha rilevato il Papa, propone una “chiamata evangelizzatrice per le donne e gli uomini di oggi, ricordando il carattere essenzialmente pellegrinante della Chiesa e del cristiano in questo mondo”.

Questo evento giubilare, ha aggiunto, sarà un’occasione per i non credenti di incontrare “Colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita”. Nel Cammino compostelano, prosegue il messaggio, “si contemplano nuovi orizzonti che ci fanno riflettere sulle angustie della propria esistenza”. “Questa – ha esortato il Papa – è la vera meta, la grazia che il semplice percorso materiale del Cammino non può raggiungere da se stesso” e che porta “il pellegrino a convertirsi in testimone di Cristo” nostra “speranza imperitura di salvezza”.

Per questo, Benedetto XVI ha invitato tutti i pellegrini che si recheranno a Santiago a “far fruttificare le suggestive esperienze di fede, carità e fraternità” che incontreranno lungo la strada e a vivere il Cammino “soprattutto interiormente, lasciandosi interrpellare dalla chiamata che il Signore” rivolge ad ognuno di noi.

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