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venerdì 19 marzo 2010

PALMIERI,ROMEI,PELLEGRINI DEFINIZIONE DI PELLEGRINO


Un’usanza tipicamente medievale quella del pellegrinaggio? Assolutamente no, se è vero che negli ultimi anni sono tornate prepotentemente di moda. Ci riferiamo alle tre celebri mete di Santiago de Compostela, Gerusalemme e Roma

Già Dante ricordava, nella sua Vita Nova, i “palmieri”, diretti a Gerusalemme il cui simbolo era appunto la palma, i “romei” che viaggiavano verso Roma portando il simbolo della croce ed i “peregrini” propriamente detti, diretti a Santiago con la conchiglia come immagine di identificazione. Riscoperto negli ultimi anni anche grazie al romanzo di Paolo Coelho, Il cammino di Santiago è sicuramente il più celebre e il più frequentato dei tre percorsi, riconosciuto dal Consiglio d’Europa, il 23 ottobre 1987, “itinerario culturale europeo” e dall’UNESCO, nel 1993, “patrimonio dell’umanità”. I due “sentieri” principali partono da Roncesvalles e da Puente la Reina e si dirigono verso Santiago alla tomba di Giacomo l’Apostolo attraversando, tra le altre, le città di Pamplona, Burgos, León e Villafranca. Un augurio che si fa a tutti coloro che intraprendono il cammino di Santiago è ultreya, che deriva dal latino e vuol dire “sempre più avanti”. Meno frequentata, ma altrettanto celebre nel passato, la Via Francigena portava i viandanti da Canterbury, in Inghilterra, a Roma. Il tracciato apparve per la prima volta negli appunti di Sigenico, nominato arcivescovo nel 994 e incaricato di recarsi presso l’Urbe per ricevere l’investitura dal papa. Sicuramente più insidioso il viaggio verso la Terra Santa e il santo sepolcro di Gerusalemme. La via seguita era quella dell’Appia, la quale conduceva ai porti pugliesi. Da lì ci s’imbarcava, spesso su mezzi di fortuna, con la speranza di poter concludere felicemente il viaggio.

“Pellegrino e’ “colui che attraversa campi, terre, territori” verso una meta
che non gli appartiene mai: Dio.
Tanti cammini, tante tappe, tanti traguardi, tanti volti, tante amicizie, tante storie, culture. Ma una sola e unica rimane la meta.
Una preghiera per te: “Libera il tuo cuore da ciò che non ti fa camminare. Tendi alla bellezza, alla verità che solo alla fine si consegneranno in pienezza a te. Solo alla fine scoprirai di aver avuto un compagno di viaggio invisibile che ti ha tenuto per mano, ti ha accolto fra le sue braccia con amore paterno e materno: Dio. Non dimenticare la tua meta e allora, passo dopo passo, la raggiungerai: Dio sempre con te, per te, con e per noi, in cieli nuovi e terra nuova”. Don Doriano Carraro

Peregrini si possono intendere in due modi, in uno largo e in uno stretto: in largo, in quanto è peregrino chiunque è fuori della sua patria; in modo stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la casa di Sa' Iacopo o riede. È però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l’Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma".
(Dante, Vita Nova, XL)

Così Dante riassume l’essenza del “peregrino” medievale, sottolineando l’incipiente bisogno del rapporto intimo con la dimensione ultraterrena, insieme all’esigenza di “toccare con mano” le preziose testimonianze religiose.
Tre furono le mete predilette dai peregrini: Santiago de Compostela (l’unica che non ha relazioni con la “cristianità storica”, ma proprio per questo è forse la più importante, sviluppatasi dal potente fervore spirituale del popolo), Roma (perché Roma era il centro della cristianità del mondo allora conosciuto e San Pietro è il cuore del cristianesimo) e, ovviamente, Gerusalemme e la Terra Santa (non solo per il Santo Sepolcro, ma anche perché era il luogo in cui aveva vissuto, sofferto, amato e respirato Gesù Cristo).
Il pellegrino di Santiago è il pellegrino per eccellenza, la sua è una scelta di vita e una missione, oltre che un sentimento puramente religioso.
Il pellegrino di Gerusalemme (chiamato anche “palmiere” perché dalla Terra Santa riportava la palma di Gerico) è il pellegrino “mistico”, quello che desidera ardentemente un contatto, seppur spirituale, con Gesù Cristo e con Dio.
Il pellegrino di Roma è colui che, soprattutto dopo l’istituzione dei Giubilei dal 1300, visita il cuore del mondo cristiano (colui che Dante chiama “Romeo”).

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